Diabete & Osteopatia

12 Ott 2022 | Adulti, Blog, Uncategorized

cos’è il diabete e cosa può fare l’osteopatia

Diabete: definizione, classificazione, eziopatogenesi

Il diabete è una malattia cronica metabolica caratterizzata dall’aumento del glucosio nel sangue e dalla sua comparsa nelle urine. È dovuto ad una carenza dell’insulina: questa condizione può essere determinata o da una carenza di produzione di insulina stessa o da un cattivo funzionamento del pancreas.

Si distinguono tre tipi di diabete: diabete di tipo 1, diabete di tipo 2 e il diabete gestazionale.

Diabete tipo 1

Riguarda circa il 10% delle persone con diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita. La velocità di distruzione delle ß-cellule è, comunque, piuttosto variabile, per cui l’insorgenza della malattia può avvenire rapidamente in alcune persone, solitamente nei bambini e negli adolescenti, e più lentamente negli adulti (in questi rari casi si parla di una forma particolare, detta LADA: Late Autommune Diabetes in Adults).

La causa del diabete tipo 1 è sconosciuta, ma caratteristica è la presenza nel sangue di anticorpi diretti contro antigeni presenti a livello delle cellule che producono insulina, detti ICA, GAD, IA-2, IA-2ß. Questo danno, che il sistema immunitario induce nei confronti delle cellule che producono insulina, potrebbe essere legato a fattori ambientali (tra i quali, sono stati chiamati in causa fattori dietetici) oppure a fattori genetici, individuati in una generica predisposizione a reagire contro fenomeni esterni, tra cui virus e batteri. Quest’ultima ipotesi si basa su studi condotti nei gemelli monozigoti (identici) che hanno permesso di dimostrare che il rischio che entrambi sviluppino diabete tipo 1 è del 30-40%, mentre scende al 5-10% nei fratelli non gemelli e del 2-5% nei figli. Si potrebbe, quindi, trasmettere una “predisposizione alla malattia” attraverso la trasmissione di geni che interessano la risposta immunitaria e che, in corso di una banale risposta del sistema immunitario a comuni agenti infettivi, causano una reazione anche verso le ß cellule del pancreas, con la produzione di anticorpi diretti contro di esse (auto-anticorpi). Questa alterata risposta immunitaria causa una progressiva distruzione delle cellule ß, per cui l’insulina non può più essere prodotta e si scatena così la malattia diabetica.

Per questo motivo, il diabete di tipo 1 viene classificato tra le malattie cosiddette “autoimmuni”, cioè dovute a una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso. Tra i possibili agenti scatenanti la risposta immunitaria, sono stati proposti i virus della parotite (i cosiddetti “orecchioni”), il citomegalovirus, i virus Coxackie B, i virus dell’encefalomiocardite. Sono poi in studio, come detto, anche altri possibili agenti non infettivi, tra cui sostanze presenti nel latte.

Diabete tipo 2

È la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. La causa è ancora ignota, anche se è certo che il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla. In genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza. Tra questi: la familiarità per diabete, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. Riguardo la familiarità, circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete.

Anche per il diabete tipo 2 esistono forme rare, dette MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), in cui il diabete di tipo 2 ha un esordio giovanile e sono stati identificati rari difetti genetici a livello dei meccanismi intracellulari di azione dell’insulina.

Il diabete tipo 2 in genere non viene diagnosticato per molti anni in quanto l’iperglicemia si sviluppa gradualmente e inizialmente non è di grado severo al punto da dare i classici sintomi del diabete. Solitamente la diagnosi avviene casualmente o in concomitanza con una situazione di stress fisico, quale infezioni o interventi chirurgici.

Il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l’età, con la presenza di obesità e con la mancanza di attività fisica: questa osservazione consente di prevedere strategie di prevenzione “primaria”, cioè interventi in grado di prevenire l’insorgenza della malattia e che hanno il loro cardine nell’applicazione di uno stile di vita adeguato, che comprenda gli aspetti nutrizionali e l’esercizio fisico.

Diabete gestazionale

Si definisce diabete gestazionale ogni situazione in cui si misura un elevato livello di glucosio circolante per la prima volta in gravidanza. Questa condizione si verifica nel 4% circa delle gravidanze. La definizione prescinde dal tipo di trattamento utilizzato, sia che sia solo dietetico o che sia necessaria l’insulina e implica una maggiore frequenza di controlli per la gravida e per il feto.

Diabete: Diagnosi e Clinica

Secondo i criteri dell’American Diabetes Association (ADA), tutti gli uomini e le donne con età superiore a 45 anni dovrebbero essere valutati, soprattutto se il loro BMI è uguale o superiore a 25, ripetendo i test ad intervalli di 3 anni. In caso di soggetti con alto rischio, invece, l’American College of Endocrinology (ACE) raccomanda di sottoporsi a screening all’età di 30 anni.

La diagnosi di diabete avviene con l’esecuzione degli esami di laboratorio basati sui valori della glicemia, sia essa dosata a digiuno o dopo 2 ore dal carico con 75 g di glucosio (OGTT -Oral Glucose Tolerance Test).

Diabete: Trattamento farmacologico e chirurgico

Per il trattamento del diabete è necessario un lavoro in team di vari professionisti, tra i quali il diabetologo, il dietista, il farmacista, il podologo e l’oculista. Il trattamento del diabete deve essere dinamico e comprendere una dieta e un programma di attività fisica. 

L’osteopatia nella cura del diabete

Sebbene il numero di studi condotti in materia sia ancora esiguo, sono emersi dati interessanti rispetto alla relazione tra trattamento manipolativo osteopatico e miglioramento dei sintomi con relativa riduzione di complicanze del diabete di tipo 1 e di tipo 2.

Dal punto di vista dell’osteopatia classica il diabete é considerato un disturbo costituzionale della nutrizione, caratterizzato da un’eccessiva attività dei sistemi secretori   (ghiandole endocrine: pancreas) del corpo con conseguente irritazione sui sistemi escretori (reni).

Nei primi stati del disturbo costituzionale possiamo fare qualcosa, ma se la funzione dell’insulina é completamente persa non possiamo più’ aiutare il paziente.

I danni del diabete sono sia a livello micro-vascolare che macro-vascolare; come accennato in precedenza lo zucchero che non riesce più ad entrare nella cellula si accumula sia nel tessuto adiposo (facendo diventare la persona sempre più grassa) sia nel torrente sanguigno (dove attraverso il fenomeno della glicazione si lega alle proteine libere del sangue dando luogo alle note AGE).

Il danno avviene a livello dell’endotelio vascolare (sia delle arterie più’ grandi: come per esempio il Cuore) che a livello dei piccoli vasi (come per esempio i vasi della retina) e via via va a coinvolgere strutture sempre più’ importanti, come vedremo meglio avanti.

Dal punto di vista clinico i segnali che caratterizzano questa malattia sono:

  • Pelle: dura, secca, screpolata con presenza di bolle, eczema
  • Cuore: Palpitazioni con polso rapido (causati da un’incoordinazione della funzione cardiaca e disturbi vasomotori)
  • Temperatura: bassa, il paziente sente freddo.

Negli stati avanzati della malattia si hanno dolori reumatici dovuti al deposito di zucchero nel circolo ematico e neuriti periferiche. 

  • Piede diabetico con ferite ulcerative
  • Muscoli: debolezza muscolare e perdita di tono muscolare
  • Occhi: cataratta
  • Vasculiti, Tinnito

Quando il deposito di zucchero è cosi elevato da raggiungere il midollo si può arrivare al coma.

Il cambiamento più importante che teniamo in considerazione dal punto di vista osteopatico riguarda la circolazione sanguigna, poi la modificazione a livello del metabolismo del glicogeno:

Si hanno cambiamenti a livello di assimilazione, perversione dei tessuti e degli organi, cambiamento nell’appetito a cui fa seguito l’ingrossamento del fegato.

Secondariamente viene coinvolto il pancreas, che non é più’ in grado di assolvere alle sue funzioni fisiologiche.

Il paziente diabetico presenta spesso un quadro di lesione ben preciso:

  • Vengono coinvolti i nervi sensoriali in connessione con il midollo della parte cervicale alta e la zona dorsale da D1 a D4
  • Ci può essere una zona di lesione nella parte dorsale bassa in connessione con la funzione visceromotoria verso il fegato
  • Ci può anche essere una lesione sacrale e lombare sempre in relazione alla funzione visceromotoria
  • Lesione nella zona dorsale media a livello D4-D5 in connessione con l’area splancnica.

Dal punto di vista Patologico:

  • La condizione primaria é la perversione del controllo nervoso associato con il processo metabolico distruttivo del glucosio in eccesso verso il midollo, quindi il disturbo nervoso rappresenta la patologia.
  • Il fegato si presenta ingrossato, di colore scuro, e grasso
  • Secondariamente viene coinvolto il pancreas: che si presenta molto duro e rigido; il dotto pancreatico può’ essere ostruito da questo aumento di pressione, e può’ portare gradualmente il pancreas verso l’atrofia.

Sono coinvolti gradualmente anche tutti gli altri organi viscerali:

  • Lo stomaco risulta ingrossato e ipertrofico
  • I reni sono ingrossati e iperemici, con degenerazione grassa
  • Il cuore ipertrofico e iperemico va incontro a disfunzione (arteriosclerosi)
  • I polmoni: le bronchiti sono complicazioni molto frequenti, a causa della degenerazione a livello delle arteriole, o della circolazione sanguigna polmonare.
  • Acidosi e tossiemia e tutti i relativi danni che questo stato fisiologico porta con sé come la predisposizione al cancro e a malattie cardiovascolari.

Ipotesi di trattamento:

Fermo restando che é poco conveniente fare una diagnosi senza prima aver valutato attentamente il singolo paziente nella sua totalità, è possibile fare un’ipotesi circa la possibilità’ di trattare questa patologia nei primi stadi della sua evoluzione.

Il trattamento sarà indirizzato verso il lato chimico: rivolto cioè agli organi viscerali fegato, reni e vescica per ridurre la congestione e a ristabilire la normale funzione fisiologica degli organi secretori e escretori.

Sarà importante dare anche un stimolo al sistema muscolare, per evitare l’ipotonia.

Stimolare i centri gastro-nutritivi, i centri splancnici, i plessi lombari e sacrali.

Consigli pratici:

Ritrovare un corretto stile di vita è assolutamente fondamentale per migliorare il quadro clinico compromesso, solo l’associazione dei tre seguenti fattori può risultare davvero efficace:

  • Alimentazione: dieta che preveda il mantenimento di un indice glicemico stabile
  • Attività fisica è fondamentale per eliminare zucchero dalle cellule muscolari
  • Integrazione (estratti vegetali di supporto: cannella, acido lipoico, cromo, inositolo, chufa, berberina

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